22/11/13

G.G. Belli, 2013. Emissione di un francobollo omaggio per il 150° anniversario della sua morte


Finalmente..........ecco il francobollo emesso dall'Istituto poligrafico-Zecca dello Stato in omaggio al poeta romano più famoso G.G. Belli.

Per sabato 23 novembre 2013, il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato l’emissione commemorativa di questo  francobollo, nel 150° anniversario della scomparsa avvenuta nel dicembre del 1863 a Roma, nel valore di € 0,85, che sarà disponibile in tutti i 205 uffici postali e gli Sportelli Filatelici di Roma. 
Inoltre nello “Spazio Filatelia” di Roma, in Piazza San Silvestro n. 20, dal 23 novembre sarà a disposizione l’annullo speciale dedicato all’ emissione filatelica, realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane, con il quale saranno timbrate le corrispondenze presentate allo sportello.

La vignetta, realizzata dal bozzettista Gaetano Ieluzzo, raffigura un ritratto di Giuseppe Gioachino Belli, famoso poeta romano del XIX secolo, ispirato alla statua realizzata dallo scultore Michele Tripisciano nel 1913 e posta nell’omonima piazza del quartiere Trastevere a Roma; sullo sfondo un profilo stilizzato della città.
Statua di GG Belli
sul monumento


Del poeta Belli, almeno riferendoci alla sua biografia, si dice che fosse malandato di salute già a 25 anni ...però questa immagine, disegnata sul francobollo, sembra piuttosto quella di un bell'uomo, vestito alla moda, curato nei particolari,  piuttosto corpulento e in buona salute..
Fra le carte conservate nell'Archivio di Stato di Roma e che si riferiscono al periodo in cui Belli fu impiegato dell'amministrazione pontificia (1), è possibile leggere dei certificati di malattia del medico Carlo Maggiorani che parlano di pallore, mal di capo, infermità dei suoi nervi organici e addirittura celebrali ...Siamo nel 1844 e Belli ha 54 anni, è quindi un uomo maturo, proprio come questo del  ritratto.
Forse, in mancanza di testimonianze fotografiche che ci avrebbero permesso di conoscere meglio la fisionomia di Belli, si è scelto di tramandare un'immagine più glamour del poeta? In ossequio agli attuali canoni estetici di bellezza maschile?


A commento dell’emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma del Prof. Marcello Teodonio, Presidente del Centro Studi G.G. Belli.
Caratteristiche del francobollo
Colorepolicromo
Dentellatura11
Tipo di dentellaturaFustellatura
StampaRotocalco
Tipo CartaBianca patinata neutra
SupportoAutoadesivo
Stampato daI.P.Z.S. Roma
Fogli da45
Dimensioni40 × 30 (mm)
DisegnatoreG.Ieluzzo
Tiratura3.240.000
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(1) E' in preparazione uno studio su questi documenti.

14/11/13

Belli e la sua amata Cencia. Un gossip dell'800..

marchesa Vincenza Roberti,
detta Cencia

Qual è la ragione del collegamento fra il poeta Belli e Morrovalle, graziosa cittadina in provincia di Macerata, a circa quindici chilometri dal Mare Adriatico ? [Per approfondire.]

Questo luogo è famoso per essere stato il teatro di una passione... Quella che si è consumata, in bilico fra finzione letteraria e realtà sentimentale, fra Giuseppe Gioachino Belli e la marchesa Vincenza Roberti, chiamata dal popolo con il poco romantico soprannome di "Sora Cencia" che abitava proprio a Morrovalle. 

La marchesina ospitò più volte nel Palazzo Roberti il poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli. 
E il poeta scrisse dei sonetti in lingua per lei raccolti nel "Canzoniere amoroso".
Morrovalle

A Morrovalle si è tenuto, il 13 ottobre 2013, un evento, inserito nelle iniziative nazionali per i 150 anni dalla morte di Giuseppe Gioachino Belli, il convegno dal titolo "Più pe la marca annamo" (Giuseppe Gioachino Belli, Morrovalle, Le Marche, Giacomo Leopardi) e la mostra "G.G. Belli e la marchesa Vincenza Roberti"(Da Roma a Morrovalle - Lettere Sonetti Pubblicazioni).
Vita di Belli
Giuseppe Gioachino Belli sposa a venticinque anni senza amore una ricca vedova, la contessa Maria Conti Pichi, dalla quale ebbe un unico figlio, Ciro.
Nonostante Maria (Mariuccia per gli amici) avesse 10 anni più di lui, fu proprio la contessa ad offrigli la mano. 
In principio,  Belli, a causa anche della sua modesta condizione, sembrò rifiutare, non volendo vivere alle spalle della moglie. 
Cosìcchè, la contessa riusci a trovargli un modesto impiego negli uffici pontifici,  cioè nell'Amministrazione generale del Bollo e del Registro. Così il matrimonio fu celebrato segretamente nel settembre del 1816, perchè i genitori di lei erano contrari.[Per approfondire ]
La moglie di G.G. Belli, 
Maria Conti vedova Pichi

Questa unione era d'altronde caldeggiata dal cardinale Ercole Consalvi, un potentissimo prelato che vedeva in questa unione  un'ottima sistemazione per il giovane Belli , sistemazione di cui il poeta aveva estremo bisogno. 
Così raggiunta una discreta agiatezza, Belli poté dedicarsi con maggiore impegno agli studi e alla poesia, sfruttando così il lungo periodo di tranquillità durante il quale scrisse la maggior parte dei suoi famosi "Sonetti romaneschi".

Belli e la marchesina Vincenzi
La conoscenza fra Belli e la marchesina Vincenza Roberti avvenne proprio grazie alla moglie di Belli, che era amica della madre. 
La marchesa Marianna  Botti, vedova di Tullio Roberti, veniva infatti spesso a Roma, per questioni burocratiche relative al dissestato patrimonio familiare, accompagnata dalla marchesina Vincenza.
Galeotte.. furono le passeggiate dentro Roma con il giovane Poeta che faceva da cicerone alle due nobildonne marchigiane...
La marchesina Vincenza Roberti
 "Cencia" 
 in età giovanile

I sentimenti del poeta improntati a gratitudine più che a vero amore per la moglie, fanno capire l'ardente passione che nasce in lui per la marchesina Cencia. 
A differenza di Maria, donna semplice, di mediocre cultura, più attempata di lui e non proprio bella, Cencia era colta, giovane, piacente. 
Domenico Gnoli,suo primo biografo,  così si esprime in proposito: "Vincenza Roberti occupò il cuore di Belli vuoto come un appartamento e ci prese stanza".
Così ogni estate Belli andava a Morrovalle dove passava lunghi periodi a casa Roberti
La frequentazione continuò anche dopo che Cencia si sposò con un medico condotto Pirro Perozzi. 
E Belli da innamorato ardente si trasformò in caro amico....
Anzi addirittura negli anni seguenti si cercò di far sposare il figli Ciro con la figlia della marchesina Roberti!!!

Ed è per questa passione che Morrovalle ricorda Peppe (così era chiamato il poeta) e Cencia, cioè la marchesa Roberti.

Per saperne di più sul convegno [leggi tutto]

G.G. Belli e la sua amata Cencia. Un gossip dell'800..

marchesa Vincenza Roberti,
detta Cencia
A Morrovalle si è tenuto,
il 13 ottobre 2013, un altro evento, inserito nelle iniziative nazionali per i 150 anni dalla morte di Giuseppe Gioachino Belli, il convegno dal titolo "Più pe la marca annamo" (Giuseppe Gioachino Belli,  Morrovalle,  Le Marche,  Giacomo Leopardi) e la mostra "GG belli e la marchesa Vincenza Roberti"(Da Roma a Morrovalle - Lettere  Sonetti  Pubblicazioni).
Qual è la ragione del collegamento fra Belli e  Morrovalle, graziosa cittadina in provincia di Macerata, a circa quindici chilometri dal Mare Adriatico ? 
Questo luogo è famoso per essere stato il teatro di una passione... Quella che si è   consumata, in bilico fra finzione letteraria e realtà sentimentale, fra Giuseppe Gioachino Belli e la marchesa Vincenza Roberti, chiamata dal popolo con il poco romantico soprannome di "Sora Cencia" che abitava proprio qui. La signora ospitò più volte nel Palazzo Roberti il poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli. Il poeta scrisse dei sonetti in lingua per lei raccolti nel "il Canzoniere amoroso"
Morrovalle

Giuseppe Gioachino Belli sposa a venticinque anni senza amore una ricca vedova, Maria Conti Pichi, dalla quale ebbe un unico figlio, l'amatissimo Ciro.
Nonostante Maria (Mariuccia per gli amici) avesse 10 anni più di lui, fu proprio lei ad offrigli la mano. 
In principio, il poeta sembrò rifiutare, orgoglioso, non volendo vivere alle spalle della moglie. 
Cosìchè, Mariuccia riuscì a trovargli un modesto impiego negli uffici pontifici e cioè nell'Amministrazione generale del Bollo e del Registro. 
Comunque il matrimonio fu celebrato segretamente il 2 settembre 1816, perchè i genitori di lei erano contrari.
La moglie di GG Belli, 
Maria Conti vedova Pichi
Questa unione era d'altronde caldeggiata dal cardinale Ercole Consalvi, un potentissimo prelato che vedeva in questa unione un'ottima sistemazione per il giovane Belli, sistemazione di cui il poeta aveva estremo bisogno. 
Raggiunta una discreta agiatezza Belli poté dunque dedicarsi con maggiore impegno agli studi e alla poesia, un lungo periodo durante il quale scrisse la maggior parte dei suoi famosi "Sonetti romaneschi".

La conoscenza fra Belli e la marchesina Vincenza Roberti 
Avvenne proprio grazie a Mariuccia, moglie di Belli, che era amica della madre. La marchesa Marianna  Botti, vedova di Tullio Roberti, veniva infatti spesso a Roma, per questioni burocratiche relative al dissestato patrimonio familiare, accompagnata dalla marchesina Vincenza.
Galeotte.. furono le passeggiate dentro Roma con Belli che faceva da cicerone alle due nobildonne marchigiane...
La marchesina Vincenza Roberti
 "Cencia" 
 in età giovanile
I sentimenti del poeta improntati a gratitudine più che a vero amore per la moglie, fanno capire l'ardente passione che nasce in lui per la marchesina Cencia. A differenza di Maria, donna semplice, di mediocre cultura, più attempata di lui e non proprio bella, Cencia era colta, giovane, piacente. 

Domenico Gnoli,suo primo biografo,  così si esprime in proposito: "Vincenza Roberti occupò il cuore di Belli vuoto come un appartamento e ci prese stanza".
Così ogni estate Belli andava a Morrovalle dove passava lunghi periodi a casa Roberti
La frequentazione continuò anche dopo che Cencia si sposò con un medico condotto Pirro Perozzi. E Belli da innamorato ardente si trasformò in caro amico....
Anzi addirittura negli anni seguenti i due cercarono di far sposare il figlio Ciro con la figlia della marchesina Roberti!!!

Ed è per questa passione che Morrovalle ricorda Peppe (così era chiamato il poeta) e la sua Cencia.

Per saperne di più sul convegno [leggi tutto]

07/11/13

G.G. Belli, 2013. Emissione di foglietto erinnofilo in occasione del 150° anniversario della morte.


Per rendere omaggio al 150° anniversario della scomparsa del poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli, l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha realizzato nel 2013 un foglietto erinnofilo celebrativo. 
Il foglietto riproduce il basamento in altorilievo che si trova sul retro del monumento dedicato al Belli, realizzato dallo scultore siciliano Michele Tripisciano (1860-1913) nel 1913, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte. 

Il Monumento a G.G. Belli 
Ed è proprio a Trastevere , nel rione più “romanesco” della città, nella piazza Giuseppe Gioachino Belli che sorge questo monumento voluto da Domenico Gnoli (Scrittore italiano, Roma 1838 - ivi 1915e da altri romani che nel 1910 presentarono la proposta al sindaco Nathan.
Monumento a GG.Belli - 
Particolare del basamento 
riprodotto sul foglietto
Il luogo più idoneo alla collocazione del monumento fu trovato nella piazza trasteverina di fronte al ponte Garibaldi, allora denominata piazza d’Italia. E per il finanziamento delle opere partì una sottoscrizione popolare, cui partecipò anche il Comune, che raggiunse la cifra di 30.000 lire.


Il monumento, piuttosto articolato, è realizzato tutto in travertino: al di sopra di un alto basamento è collocata la statua del poeta, che poggia la mano destra su una ricostruzione della spalletta del ponte Fabricio ( o ponte Quattro capi), (riconoscibile per la presenza di una delle erme quadrifronti che lo caratterizza). 
Nel basamento in basso, in rilievo, si trova il padre Tevere con la Lupa ed i Gemelli e nella parte dietro una scena che raffigura la statua parlante di “Pasquino” attorniata da popolani
Alle sue estremità sono due fontane gemelle che ricevono acqua ognuna da un mascherone che raffigura la “Poesia” (sul lato verso il Tevere) e la “Satira”.


Ma veniamo al foglietto erinnofilo. Si è  utilizzata la riproduzione del gruppo di popolani, nei caratteristici abiti ottocenteschi, accanto alla statua ‘parlante’ di Pasquino
In basso a destra, sono presenti due perforati che mostrano, rispettivamente a destra e a sinistra, un ritratto del Belli ispirato al monumento romano a lui dedicato e le scritte “GIUSEPPE GIOACHINO BELLI” e “ROMAFIL 2013”.
In alto a destra, sono riportate le prime parole scritte dal poeta nell’introduzione ai sui famosi sonetti “IO HO DELIBERATO DI LASCIARE UN MONUMENTO DI QUELLO CHE OGGI È LA PLEBE DI ROMA”.

In basso a sinistra è riprodotto il logo dell’IPZS.
Il bozzettista è Gaetano Ieluzzo, Artista Centro Filatelico.