27/05/15

G.G. Belli e i parenti serpenti

Gli avvenimenti che hanno segnato l'esistenza del Poeta Giuseppe Gioachino Belli si prestano anche ad una riflessione, che conferma come la morte prematura e il problema più generale della sopravvivenza seguissero passo passo la  vita delle persone nei secoli passati.

Le malattie mietevano vittime anche fra i bambini e giovani ed erano causate dalla mancanza di igiene privata e pubblica, dalla debolezza dell'organizzazione sanitaria, dalla povertà, dalla fame, e dall'arretratezza medica che favoriva la loro diffusione.  

Belli nasce  a Roma (7 settembre 1791) in una famiglia benestantenel cosiddetto Palazzetto Capranica su via dei Redentoristi angolo via di Monterone, zona centrale della città. E nonostante questo iniziale vantaggio vedremo come le disgrazie arrivano presto a segnare l'esistenza del Poeta e della sua famiglia.

Cominciano le disgrazie
Piazza San Lorenzo in
Lucina
I genitori sono Luigia Mazio e Gaudenzio Belli, quest'ultimo proveniva da una famiglia di computisti e lui stesso svolgeva la stessa attività, Dal  matrimonio nascono 3 figli : Giuseppe Gioachino nel 1791, poi Carlo nel 1792, che morirà a soli a 18 anni, e nel 1801 Flaminia, che si farà  suora nel 1827

Il destino comincia ad accanirsi  privando la famigliola del capofamiglia
Un'epidemia di tifo esantematico colpisce Civitavecchia dove la famiglia Belli si era trasferta nel 1800, dopo vicissitudini di carattere politico, e dove Gaudenzio aveva trovato un lavoro ben retribuito.
Gaudenzio viene contagiato, e muore il 25 marzo 1802, lasciando la famiglia in difficoltà economiche.
Flaminia, la madre con i 3 figli  torna a Roma in un umile casa di via del Corso 391, vivendo poveramente. E' costretta a fare lavori di cucito per provvedere ai tre figli. Nel frattempo Luigia si risposa e nasce un quarto figlio, Antonio, che morirà dopo la nascita.

Ma non finisce qui. Dopo il padre Gaudenzio, nel 1807 muore anche la amatissima madre Luigia Mazio. 

Gli orfanelli cercano ospitalità
Così a soli 16 anni Giuseppe Gioachino, insieme ai due fratelli più piccoli rimangono orfani .
Oltre alla mancanza di affetto e protezione dei genitori, i tre ragazzi  devono affrontare anche difficoltà economiche. 

Senza casa, senza rendite, i i tre orfanelli vagano da un parente all'altro
.
Subito dopo la disgrazia Giuseppe, Carlo e Flaminia vanno a  vivere dallo zio Vincenzo Belli, fratello del padre.

I parenti ricchi prima  sono costretti ad accogliere i tre orfani però ...

Vincenzo Belli si era sistemato bene, in quanto aveva sposato la figlia di Lorenzo Capponi, facoltoso amministratore di case patrizie e viveva nella casa del suocero nell'elegante piazza San Lorenzo in Lucina 35 (quasi di fronte alla chiesa omonima). 


Palazzo Poli
Vincenzo  coadiuvava il suocero nella attività amministrativa e ricopriva anche il grado abbastanza elevato di computista capo presso Presidenza delle strade, importante magistratura pontificia che aveva ampia giurisdizione nella tutela delle strade di roma e dello stato pontificio.Ma questa è tutta un'altra storia..
Conflitti con la zia Teresa
Oltre alle difficoltà che la vita gli aveva presentato , ci si mette pure la Zia Teresa, moglie di zio Vincenzo.

La zia infatti non vedeva di buon occhio la coabitazione dei suoi figli, ricchi e prìvilegiati con  i tre cugini poveri e sfortunati.
Possiamo solo immaginare, come in un feuilleton strappacuore, le umiliazioni  che dovettero subire i tre fratelli.

E così tra una mortificazione e l'altra, la zia Teresa riesce nel suo intento e fa trasferire  i fratelli Belli  da un'altra zia paterna Maddalena.
La nuova sistemazione per i tre ragazzi è  molto più modesta della precedente ed è situata in una via dal nome che è tutto un programma:  via della Fossa 2, a Trastevere.

Racconta una degli ultimi discendenti della famiglia Belli che la zia Teresa appena vedeva i tre orfanelli che continuavano a presentarsi a mangiare da lei non si tratteneva dal dirgli : " Anche oggi siete venuti...". 

Che carità cristiana!!