23/01/17

G.G. Belli e la Madonna del parto nella chiesa di sant'Agostino

Il 2 febbraio 1833, un sabato, Belli entrando nella splendida chiesa di sant'Agostino, a due passi da piazza Navona, sicuramente rimase colpito dalla folla che a forza di spintoni cercava di avvicinarsi e toccare la statua della Madonna con il bambino in braccio. 
La festa della Candelora
Proprio quel giorno, il 2 febbraio, cade una importante festività per la Chiesa cattolica, in quanto si festeggia la presentazione di Gesù al tempio. La festa è popolarmente detta della Candelora, perchè in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo come luce del mondo.

Per un periodo questa festa era dedicata alla Purificazione della SS. Vergine Maria, in ricordo del momento, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge ebraica, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione. 
La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla celebrazione il titolo di "Presentazione del Signore", che aveva in origine. Secondo l'usanza ebraica, infatti, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per
purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l'Epifania). 
Inoltre la festa cristiana della Candelora ha moltissimi legami con una precedente festa pagana.  
La statua della Madonna del parto
La statua che rappresenta la “Vergine col Bambino” è  erroneamente nota come “La Madonna del Parto”. Fu realizzata nello stile dell’arte classica greco-romana ma in epoca rinascimentale, tra gli anni 1516 – 1521 dall’architetto e scultore Jacopo Tatti detto “Jacopo Sansovino” (1486 – 1570). 
Quando la scultura fu collocata nella chiesa degli agostiniani cominciò la leggenda secondo cui l’artista per realizzare questo manufatto adattò un’antica statua di epoca romana raffigurante  Giulia Agrippina Minore (così detta per distinguerla dalla madre Agrippina Maggiore)  con in braccio il figlio Nerone, che in seguito divenne imperatore.
Passarono anni prima che la “diceria” cadesse nell’oblio. Poi quel gruppo scultoreo  fu considerato “miracoloso” dalla plebe romana che abitava nella zona, e nel ‘700  cominciarono le attestazioni di venerazione, di richiesta di grazie a quella statua che per decisione popolare fu denominata “Madonna del parto”, e come tale  protettrice delle gestanti.
Il culto  aumentò dal 1822,  perché  papa Pio VII concesse 200 giorni d’indulgenza a chiunque avesse baciato il piede della Madonna. La pia consuetudine ebbe successo, ma il piede di marmo divenne in breve tempo consunto  e fu necessario sostituirlo con un piede d'argento. 
Belli e la madonna di sant'Agostino
Belli nei Sonetti fa due accenni alla Madonna di sant'Agostino. Il primo si trova in un sonetto del 1832 intitolato L'ojjo santo, in cui si descrive un moribondo, che si rivolge a questa Madonna, ritenuta dai romani miracolosa, per scampare alla morte:  
..Ha ffatto voto d’attaccà una zampa (cioè Il voto di una gambetta di argento.)
alla Madonna de Sant’Agostino.
Di nuovo, questa Madonna è citata nel 1835 nel sonetto Er discorzo de l’agostiggnano, quando la sua importanza e santità viene confrontata con quella di una nuova santa.
Ma ddico ch’è un penzà da giacubbino 
er confrontà ccostei co la Madonna 
miracolosa de Sant’Agustino.


Gli ex-voto
La Madonna del parto in Sant'Agostino all'epoca del Poeta Belli doveva presentarsi coperta di oggetti di vario tipo: collanecorallicinturebracciali, orologi, cuoricini, ciondoli in argento e oro...tutti ex-voto portati dai fedeli in segno di ringraziamento per un parto riuscito, per il concepimento di un figlio tanto atteso, per una malattia superata (etc.). Questi addobbi che però destano in Lui un forte sentimento di fastidio.
Belli era contrario ad ogni forma di superstizione, ed era sempre pronto a denunciare quelli che ritiene cattivi esempi di superstizioni religiose in uso ai suoi  tempi. 

Il sonetto La Madonna miracolosa
Il culto di cui godeva questa Madonna trova spazio in un irriverente sonetto, intitolato La madonna tanto miracolosa.
Qui, il poeta contesta l’usanza molto diffusa a Roma di donare monili e altri oggetti preziosi alla Madonna come segno di riconoscenza “per grazia ricevuta”. 
Il Poeta descrive la folla che a forza di spinte e  gomitate si accalca per arrivare a toccare la statua, oppure per posare su di lei gli oggetti preziosi: un orologio, una catenina d'oro, un anello, un brillante, delle perle, o altri oggetti di meno valore. I tanti ex-voto portati da poveri e da ricchi  alla madonna  la trasformano in una “puttana” dice il Belli. 
Si avete capito bene... Queste sono le parole di GG. Belli...

La madonna tanto miracolosa.
Oggi, a fforza de gómmiti e de spinte,
Ho ppotuto accostamme ar butteghino
De la Madonna de Sant'Agustino,
Cuella ch'Iddio je le dà ttutte vinte.

Tra ddu' spajjère de grazzie dipinte
Se ne sta a ssede co Ggesù bbambino,
Co li su' bbravi orloggi ar borzellino,
E ccatene, e sscioccajje, e anelli e ccinte.

De bbrillanti e dde perle, eh ccià l'apparto:
Tiè vvezzi, tiè smanijji, e ttiè ccollana:
E dde diademi sce n'ha er terzo e 'r quarto.

Inzomma, accusì rricca e accusì cciana,
Cuella povera Vergine der Parto
Nun è ppiù una Madonna: è una puttana
.


Roma, 2 febbraio 1833
Note- 1 Far botteghino: far traffico. 2 Chiesa degli Agostiniani. 3 Spalliere. 4 Tavolette votive. 5 Sedere. 6 Lunghi e fragorosi pendenti d’oro da orecchie. Pare che venga dal francese chocailles. 7 Ci ha: ne ha. 8 Appalto. 9 Ce. 10 Vana per ricercatezza di vesti e di fregi. 11 Nome di quella Madonna, che è una statua. 

Versione. La Madonna tanto miracolosa.
Oggi, a forza di gomitate e spinte, ho potuto accostarmi al botteghino della Madonna di sant'Agostino, quella a cui Dio le da tutte vinte. Tra due spalliere di tavolette votive dipinte sta seduta con Gesù bambino. Con i suoi bravi orologi nel borzellino, e catene e orecchini pendenti, e anelli e cinte. Di brillanti e di perle ha l'appalto: ha monili di genne, ha braccialetti, ha collane: e di diademi ne  ha tre o quattro. Insomma è così ricca e volgare, quella povera Vergine del Parto che non è più una Madonna: è una puttana.